Noi Cittadini

l'altro punto di vista

Prendo spunto da un passo di un'intervista rilasciata dal sindaco a Ginacarlo Fabbri, che si trova in rassegna stampa ma comunque allego qui, Macciantelli, alla sollecitazione del giornalista che citando un articolo di Marchesini sulla rivista "Vivere a San Lazzaro" chiede un'opinione sui comitati cittadini di protesta, dice "non bisogna fare di tutta un'erba un fascio. Vi sono le raccolte di firme o le petizioni, giustamente garantite dal nostro Statuto comunale. Vi sono i cosiddetti comitati dei commercianti, sorti per gestire i progetti della legge 41. Vi sono anche realtà formate da un numero di persone che non supera quello delle dita di una mano e che tuttavia meritano attenzione. Infine vi sono aggregazioni che nascono su una questione specifica ritenendo che occorra dare ad essa una particolare evidenza. Ovviamente un comitato dovrebbe avere una forma giuridica, in genere come associazione, con uno statuto, un'assemblea, un consiglio direttivo, un tesoriere, un presidente. Che risulti a me, per esempio, i cittadini del Paleotto hanno seguito questa strada".
Mi pare di capire che, pur non essendo molto chiaro se considera "i volenterosi" come una realtà "formate da un numero di persone che non supera quello delle dita di una mano" oppure una "aggregazione nata su una questione specifica", il sindaco non prenda troppo in considerazione le nostre sollecitazioni perchè "un comitato dovrebbe avere una forma giuridica", cioè, come nel caso della delibera presentata dal consigliere Lungarella, ci si attacca alle questioni formali per non affronatre il problema.
Non sarebbe il caso quindi di formare una associazione per evitare questi pretesti?

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Abbiamo elaborato una proposta di atto costitutivo, e relativo statuto, per la costituzione di una associazione che si occupi dei problemi del territorio (che sono tanti) e non solo (che sono parecchi anhe questi). Associazione che pensiamo debba nascere da un incontro, e un confronto, tra tutti i cittadini che ci seguono e che credono che sia necessario imprimere un deciso cambiamento a questa politica di gestione sprecona, sprechi di territorio, di energia, di risorse finanziarie. Data, ora e luogo di incontro per l'assemblea costitutiva verranno comunicati al più presto (se possibile vorremmo convocarla per la prossima settimana) non appena avremo risolto alcuni problemi organizzativi
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Sulla Repubblica Bologna di oggi (vedi allegato) Il professor Macciantelli analizza il fenomeno del “comitatismo” che, in sintesi, considera malattia giovanile del civismo.
Tralasciando l’urgenza tassonomica che, come in altri casi, porta Macciantelli a generalizzare eccessivamente sulla suddivisione in categorie del “comitatismo”, nella sua esposizione affronta uno dei maggiori problemi della democrazia, ovvero la sua deriva clientelare, problema che esiste da sempre e che crediamo sia di difficile eradicazione.
Il tema è sicuramente di difficile soluzione, se si rimane in astratto, ma se si affrontano i casi concreti è sicuramente più facilmente risolvibile.
Il professor Macciantelli forse potrebbe non avere sufficienti elementi, ma il sindaco Macciantelli sicuramente li ha.
Il problema non è “se una questione è vera” o meno (sulla verità delle questioni rimandiamo alla discussione aperta da Benedetto XVI), ma se la questione posta riveste problemi generali o particolari, e nel comune amministrato da Macciantelli gli esempi non mancano.
Comitati sono nati per evitare che alcune prime classi di elementari fossero alloggiati in container provvisori, comitati sono nati per impedire la realizzazione di condomini nel parco centrale di San Lazzaro, comitati sono nati per richiedere uno stop al consumo del territorio che il nuovo piano urbanistico prevede, gli esempi potrebbero continuare ma, quello che ci preme sottolineare è il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi l’amministrazione ha rivisto i propri piani per soddisfare le richieste dei cittadini, segnale questo che indica o che l’amministrazione ha ritenuto corrette le richieste, e quindi prima non aveva svolto in modo soddisfacente il proprio lavoro, oppure che si è piegata a richieste clientelari, segnale sicuro di forte debolezza politica.
Stupiscono poi le conclusioni, affermato che esiste un forte scollamento tra cittadini e partiti, Macciantelli non si chiede cosa possono fare i partiti per riavvicinarsi ai cittadini ma li bacchetta, i cittadini, in quanto colpevoli della “rottura della rete di relazioni” e dello “scardinamento della filiera democratica”.
In ultimo una nota, in una intervista sul sito www.professionecittadino.it la citata professoressa Bonvecchio parlando delle differenze tra i comitati milanesi e bolognesi nati gli uni in periferia e gli altri in centro motiva la differenza con una semplice constatazione: “i comitati sorgono laddove emergono i problemi".
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Il Sindaco di San Lazzaro, Marco Macciantelli, ha recentemente scritto sulla prima pagina di Repubblica un interessante articolo dal titolo “Il Comitatismo uccide il civismo”.

Anche in questa occasione il nostro Sindaco ricorre alla sociologia per spiegare in termini del tutto negativi lo sviluppo di questo fenomeno che nella sua Città conta la presenza di numerosi Comitati (almeno cinque), tutti nati nel corso del suo mandato.

E’ del tutto evidente che lui non prende minimamente in considerazione la possibilità che il fiorire di queste spontanee forme di auto organizzazione dei cittadini, in qualche modo potrebbero essere riconducibili al suo modo di gestire la Città e quindi di conseguenza analizza il fenomeno facendo proprie le tesi e gli studi di eminenti esperti della materia per allontanare da sè ogni sospetto di concausa.

Il mio punto di vista di semplice cittadino e di promotore di uno dei comitati, “Insieme per San Lazzaro”, nato dopo l’assemblea in sala di Città del 24 ottobre 2007, non si avvale della sociologia per spiegare le ragioni che spingono noi cittadini a ricorrere a queste forme spontanee di auto organizzazione, necessarie per sostenere e rendere pubbliche le nostre ragioni.

Quando un Sindaco rappresenta solo il proprio partito o i partiti della coalizione che lo ha eletto (io sono un elettore di quella coalizione), invece di proporsi come il Sindaco dell’intera comunità, crea un fossato tra cittadini e Istituzioni.

Quando per gli Amministratori della cosa pubblica, i cittadini cessano di essere il punto di riferimento per uno sviluppo armonico della comunità, rispettoso del territorio e dell’ambiente e vengono sostituiti dai “Consorzi Temporanei di Impresa”, (vedi CIVIS), dai costruttori di case e della grande distribuzione, interessati solo ad ottenere una crescita speculativa della Città, si uccide la funzione civica dell’Istituzione Comunale.

Quando anziché favorire un reale processo di partecipazione dei cittadini alla formazione delle decisioni si contrabbanda come “percorso partecipativo” una burocratica convocazione di assemblee il cui solo scopo è di mettere i cittadini al corrente delle decisioni già prese, (vedi il PSC) e di far risultare sulla carta che si è adempiuto a tutti gli obblighi formali previsti, si uccide nella gente la voglia di partecipare civicamente alla gestione della cosa pubblica.

Quando chi dovrebbe istituzionalmente svolgere il proprio importantissimo ruolo di opposizione e di controllo, abdica a questo compito a favore di una tranquilla routine e tace su questioni rilevanti come il Civis, la massiccia urbanizzazione in atto o quella futura prevista dal PSC, (4000 nuove case), o sul caotico assetto viabilistico che caratterizza San Lazzaro, si favorisce l’allontanamento dei cittadini dalle istituzioni e dalla politica, e si uccide in loro sia la fiducia nei propri rappresentanti che lo spirito civico.

Quindi se a San Lazzaro il “civismo” ha un Killer, non è certamente da ricercare nei Comitati di Cittadini, ma nello Star System della politica sanlazzarese.

Per quanto riguarda la difesa di interessi particolari che a dire del nostro Sindaco è alla base del fenomeno del comitatismo sanlazzarese e fonte di spinte egoistiche e antisociali, vorrei rinfrescare la memoria all’amico Marco Macciantelli ricordandogli alcune delle iniziative promosse dai Comitati di San Lazzaro nel periodo 2007/2008 che smentiscono le sue affermazioni.

I Comitati hanno prodotto in questi due anni, un’esperienza di riappropriazione della politica e d’impegno civico che ha saputo coniugare problemi specifici a tematiche d’interesse generale riguardanti la qualità della vita e lo sviluppo della nostra Città. Una esperienza originale e unica che ha avuto come co-protagonista insieme ai Comitati, un’importante Associazione di categoria come l’ASCOM. Oggi nessuna delle forze politiche presenti a San Lazzaro di destra o di sinistra, chiuse nel palazzo a fare il gioco il gioco delle tre scimmie, sarebbe grado di dare vita ad una esperienza analoga.

I soli Comitati si sono opposti a quel colossale spreco di danaro pubblico chiamato CIVIS, (182.000.000 di euro per un rottame tecnologico, fuori produzione e oggi declassato a filobus che con i suoi cantieri ha devastato per mesi le strade di S. Lazzaro).

I soli Comitati hanno organizzato assemblee: di condominio, di strada, in Sala di Città, tutte pienamente partecipate, per illustrare e fare discutere i cittadini e gli operatori del commercio sul nuovo piano regolatore e sulle problematiche inerenti alla riqualificazione e rivitalizzazione del centro cittadino.

I Comitati si sono fatti carico di discutere pubblicamente sui problemi inerenti alle difficoltà del commercio, alla sicurezza, alle barriere architettoniche, oltre che a presentare all’Amministrazione Comunale decine di osservazioni al PSC, sottoscritte da centinaia di firme di cittadini e commercianti.

Solo l’insipienza politica dei nostri Amministratori può banalizzare e ridurre questo fermento a logiche egoistiche e antisociali o all’azione di agitatori di professione.

Il nostro Sindaco, nella precedente campagna elettorale, per raccogliere il consenso e le aspettative di un rilevante numero di cittadini ha utilizzato con furbizia a piene mani slogan propagandistici del tipo: “Progettare e Realizzare Insieme”.

I destinatari di quegli slogan non erano i cittadini di San Lazzaro, ma i costruttori di case, la grande distribuzione, i consorzi temporanei di impresa che sono venuti a fare affari sul territorio. I cittadini che a vario titolo hanno avuto l’ardire di interessarsi a come viene amministrata la cosa pubblica nella nostra Città, sono stati e sono considerati una fastidiosa presenza da neutralizzare.

Per terminare al Sindaco, Marco Macciantelli, vorrei suggerire che non serve a nulla ricercare conforto in teorie sociologiche auto assolutorie. Meglio sarebbe ammettere coraggiosamente: che: “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”, ed evitare nel prossimo futuro di perseverare su questa strada.

Cordiali Saluti

Bruno Giovannini
Ricevo per mail e pubblico un altro contributo sulla discussione:
La disquisizione di Macciantelli sul tema ‘ Comitatismo’, vedo con piacere trovare spazio sui giornali del potere goffo e bolso, schiavo protempore forse, della vischiosa legge sull’Editoria. Ma qui rischiamo di andare, anche se apparentemente, fuori tema. E Macciantelli, al tema, ci tiene. Non solo alla poltrona. Stiamo dunque al tema. E al gioco. Il comitatismo, linguisticamente e tremendamente somigliante a comunismo, socialismo, non piace a Macciantelli. Sto al tema, ma faccio fatica a non pensare che il comitatismo non piaccia a Macciantelli perché troppo slegato dal potere. L’Editoria, e la sua legge fuori mercato, ma che fa dire ai direttori dei giornali che ne usufruiscono largamente, che i lavoratori cittadini devono stare alla legge del mercato, devono smetterla di costituirsi in comitati e agitprop del neocomitatismo. La smettano e si mettano sul mercato. Se poi la legge dell’Editoria fa si che poi gli stessi direttori che ospitano le disquisizioni di sindaci che tengono alla poltrona non perché rappresentanti dei cittadini, ma rappresentanti di sé stessi, e forse di pochi Altri, che gli stessi loro giornali diventano gli editti dei sindaci e non dei lettori che ogni giorni acquistano i giornali, bè, allora c’è qualcosa che non torna. Se il neocomitatismo, un giorno, e non lontano, utilizzasse anche il boicottaggio nei confronti di chi sta dall’altra parte, forse vedremmo meno editti. E meno strilloni del potere.

Cordialmente. Giuliano Bugani.

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