La crisi del mattone e il consumo di territorio

[noi cittadini]

 

Sul Resto del Carlino di oggi (24/XI/2011) è pubblicato un interessante articolo sulla crisi immobiliare (per una strana coincidenza è stato pubblicato nella stessa pagina dei necrologi...).

Detto articolo riporta le previsioni del terzo rapporto annuale di Nomisma, che già nel marzo scorso avvisava (in un comunicato emesso a seguito del primo rapporto) che serviva una "pausa di riflessione" sui progetti, in quanto esistevano troppi interventi che il mercato stagnante non riuscirà ad assorbire.

In pratica, uno dei più importanti centri studi economici, sicuramente il più importante della Regione, continua - purtroppo inascoltato dalle amministrazioni locali - a segnalare che non solo è inutile continuare a costruire ma che è anche dannoso, in quanto potrebbe avere serie ripercussioni su un già disastratissimo sistema economico. Infatti, uno dei pochi punti a favore dell'economia del nostro paese è il fatto che l'Italia, diversamente da Spagna e Stati Uniti, non è stata colpita (se non in minima parte) dalla "bolla immobiliare" che avrebbe reso ancora peggiore la situazione attuale. Come dimostrano ad esempio alcuni interventi sul web, quali l'intervista a Vaciago (docente di politica economica alla Cattolica) sul QN-Resto del Carlino, l'intervista a Nouriel Roubini (docente alla New York University) sul Post, l'articolo di Antonio Pollio Salimbeni sul Sole24Ore e l'intervista a Max Otte (professore di Economia alle Università di Worms e di Graz) sul quotidiano on line Lettera 43. Da questi contributi si evince quindi che non solo i problemi di carattere ambientale, di sicurezza del territorio e di tutela delle risorse idriche consiglierebbero di fermare interventi come quelli previsti nel POC sanlazzarese, ma anche tutti i maggiori indicatori economici suggeriscono, anzi impongono, lo Stop al consumo di suolo.