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l'altro punto di vista

Il comitato promotore del referendum scrive al sindaco

In attesa del pronunciamento del Comitato dei Garanti sui Referendum comunali per la modifica del piano urbanistico, consegnate il cinque agosto scorso, (referendum scaturito anche a seguito della bocciatura della proposta di delibera popolare), il Direttore del periodico “San Lazzaro in piazza”, nonché segretario del circolo PD “Enrico Berlinguer”, nonché presidente della commissione urbanistica, ha pubblicato, nell’ultimo numero dell’organo di partito, un suo articolo dove accusa di egoismo coloro che si oppongono alle scellerate scelte del piano urbanistico in corso di approvazione. PD_urbanistica.jpg

I portavoce del comitato promotore del referendum sul POC di S. Lazzaro hanno pensato di scrivere quindi una “lettera aperta” al Sindaco del comune, di seguito riportiamo il testo.

 

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Lettera aperta al Sindaco

Gentilissimo Signor Sindaco, crediamo sia giunto il momento di abbassare i toni e rinunciare agli interessi di pochi per il bene della collettività.

Ce lo chiede in questi giorni la Liguria, con Genova, Vernazza e tutte le cittadine piegate in ginocchio, nello scorrere di lacrime amare che troppo hanno il sapore di lacrime di coccodrillo: la cementificazione della terra ligure ha conosciuto orizzonti che paiono chimere anche al territorio milanese (lì, solo l'Expo potrà fare di peggio, e ci auguriamo tutti che questo possa essere evitato).

Ma il dolore di chi ha perso tutto, o addirittura un amico o un parente, è autentico, e su quello non possiamo permetterci speculazioni; quello che possiamo permetterci di fare è gridare a gran voce che non vogliamo che si ripeta mai più.

Ce lo ha chiesto, nel recente passato, L'Aquila e l'Abruzzo, dove anche in quel caso l'uomo nulla ha potuto contro la furia della natura; anche in quel caso un uomo aveva cercato di avvisare la popolazione, ma inutilmente, è stato preso, accantonato, fatto passare per pazzo e visionario, e sono morte centinaia di persone.

Allora ci fu poi chi si fece bello col dolore altrui, chi diede mostra di sé, promettendo la ricostruzione più veloce della storia, portando in realtà nuove case fuori dal centro storico, senza ricostruire un solo mattone e lasciando, ormai dopo oltre due anni, ancora una moltitudine di persone senza la loro casa. E oggi non si parla più di tutto questo, perché “non fa notizia”.

Ce lo chiedono molte zone del Paese (e del mondo): non abbiamo bisogno di nuovo cemento, non abbiamo bisogno di case aggiuntive, non abbiamo bisogno di superfici impermeabili, ma di terra da coltivare, di campi, boschi e terreno vergine incontaminato, di terreno permeabile.

E l'Emilia-Romagna possiede un tesoro invidiato da molte altre regioni: la pianura e la sua terra, praticamente senza sassi, estremamente fertile e produttiva.

La necessità di sopperire alla crisi alimentare è di gran lunga superiore alla necessità di case: nel mondo si muore perché non si mangia, non perché non si ha la seconda o terza casa.

San Lazzaro è ancora un bel paese, o una città, come piace dire a qualcuno.

Possiamo non rovinarlo per sempre, possiamo salvarlo dall’eccessiva urbanizzazione. Lei stesso, nei discorsi programmatici del 2009, dichiarò che i costruttori si sarebbero dovuti dimenticare di San Lazzaro, poi però qualcosa è cambiato... E sempre Lei, più di recente, ha parlato al Tour delle Frazioni della crisi mondiale, della situazione internazionale, della Grecia, dei problemi macro e microeconomici che ci circondano tutti i giorni, aprendo le porte alla “compartecipazione”.

Le forniamo quindi l’occasione di rispondere pubblicamente alle domande che in molti, a San Lazzaro, si pongono da tempo:

- a chi servono realmente tutte le nuove costruzioni programmate con il POC?

- perché non viene chiesto ai sanlazzaresi che cosa vogliono, prima di imporre loro scelte che stravolgeranno irreversibilmente la nostra cittadina?

- perché non scegliere di riqualificare tutto l'esistente, prima di occupare e distruggere terreno agricolo?

- perché non procedere ad un attento ed approfondito censimento, che verifichi l’esatta consistenza del patrimonio abitativo, al fine di capire a quanto ammontano gli alloggi sfitti, invenduti e non utilizzati prima di decidere di costruirne dei nuovi?

Le Sue risposte sarebbero preziose, forse ci farebbero capire quello che ancora non abbiamo capito...

Purché però non ci venga detto che il problema sono i soldi, soldi che mancano nel bilancio, soldi che servono per poter realizzare opere pubbliche, ecc...

Perché se il problema è solo questo, gentilissimo Signor Sindaco, crediamo che potrebbe essere risolto, e anche abbastanza brillantemente: una bella Assemblea Pubblica cittadina (ovviamente pubblicizzata adeguatamente come si fa per le elezioni), in cui si dichiari nero su bianco che il Comune di San Lazzaro così non ce la può fare più. Messi di fronte a questa cruda realtà e adeguatamente informati sullo stato reale della situazione, i nostri concittadini saprebbero benissimo scegliere e valutare correttamente come appoggiare l'Amministrazione nelle sue azioni.

Siamo ben consapevoli che il Comune non ce la fa più non tanto per demeriti nella gestione della cosa pubblica da parte di questa o di una precedente amministrazione, ma perché il governo nazionale, togliendo l'ICI, ha eliminato una delle poche consistenti fonti di entrate del Comune.

Per comprenderle e affrontarle meglio, certe situazioni bisogna trovarsele davanti, nette, come un ostacolo da superare; allora le si guarda con un occhio diverso. Parlare del bilancio della nostra comunità con numeri, percentuali e cifre riesce di difficile comprensione alla maggior parte della gente, mentre dirle chiaramente che se non si cambia qualcosa si dovranno prendere provvedimenti drastici (come abbandonare l'asfaltatura di alcune strade, eliminare l'illuminazione pubblica di alcuni quartieri, licenziare parte del personale dipendente, solo per fare alcuni esempi concreti), ecco, questo renderebbe il messaggio più diretto e comprensibile.

Soprattutto nel caso in cui dall'Amministrazione dovessero arrivare proposte precise, come l'applicazione di una “tassa di scopo” finalizzata ad ogni opera pubblica che si vuole realizzare. Così si crea compartecipazione, così si crea interesse, così si mantiene unita la comunità cittadina, per superare questo momento di crisi.

Perché, vede, la volontà di andare avanti e tirare la cinghia è in ciascuno di noi, ma dobbiamo avere la certezza che lo stiamo facendo, se non per noi, almeno per i nostri figli; il consumo e la cementificazione di terreni che, coltivati, potrebbero sfamare decine se non centinaia di persone, non è un pensiero positivo per nessuno di noi e, ne siamo certi, nemmeno per Lei.

Molto probabilmente, allo stato attuale in cui versa l'economia, anche i costruttori – che avevano così disinvoltamente proposto gli ex art. 18 che compongono il POC, con l'inserimento di migliaia di nuovi appartamenti – sarebbero sollevati da un peso che diversamente non saprebbero più come togliersi dalle spalle: nella situazione di particolare congiuntura economica in cui versa attualmente il nostro Paese e l'Europa intera, investire alla cieca senza certezza di un ritorno economico è una scommessa che pochi ancora accetterebbero.

E se, ciononostante, l'interesse speculativo da parte dei pochi fosse ancora forte e pressante, il gesto che Lei farebbe sarebbe ricordato comunque come un gesto di coraggio e di lungimiranza.

Questo gesto che Lei ora potrebbe fare è difficile da compiere, ma di una grande responsabilità, un passo verso noi, cittadini di San Lazzaro, ma ancor più verso i nostri figli; lasci a loro la possibilità di avere ancora un paese non deturpato. Le condizioni in cui si apprestano a vivere saranno molto più difficili di quelle in cui abbiamo vissuto noi.

Altri sindaci in altri comuni hanno già scelto di non cementificare nuovo territorio vergine, e la loro amministrazione non ha subito tracolli: chi ci abita è felice e orgoglioso di abitare in un comune “a crescita zero”.

Numerosi cittadini di San Lazzaro hanno da tempo deciso di metterci la faccia, nelle scelte che riguardano il nostro territorio, e così è venuta alla luce la petizione popolare prima, la proposta di delibera popolare in seguito e la proposta referendaria comunale ora (ed ogni volta il numero dei sottoscrittori è aumentato esponenzialmente): sono tutte manifestazioni evidenti che qualcosa non va, che c'è stato uno scollamento tra il cittadino e la sua amministrazione.

I cittadini che si riuniscono in Liste Civiche, in Comitati Cittadini o in movimenti di vario genere, lo fanno non per un loro tornaconto personale, ma perché sentono che la politica attuale non li rappresenta più. Lei ha però ora la possibilità di infondere in loro un po’ più di fiducia e farsi ricordare negli anni per un gesto di coraggio. Cerchi di recuperare quelle situazioni di malcontento diffuse a macchia di leopardo nella nostra comunità sanlazzarese e colga l’invito di questi cittadini che sono contrari a un’ulteriore crescita urbanistica perché vogliono preservare il territorio vergine e agricolo del nostro Comune (anche in ottemperanza all'art. 9 della Costituzione) e non perché sono contrari allo sviluppo o alla Edilizia Residenziale Pubblica; lo sviluppo urbanistico infatti lo si può attuare dove non arreca danni, ad esempio, nelle aree artigianali abbandonate o sostituendo i capannoni dismessi, oppure ristrutturando il residenziale esistente in modo più efficace, economico ed ecologico.

L'invito che Le rivolgiamo, Signor Sindaco, è quindi quello di ripensare complessivamente a tutti questi avvenimenti, ai disastri che ci hanno accompagnato in questi anni, alla crisi internazionale, al bilancio del nostro comune e alla comunità sanlazzarese. E di dare un segnale forte: contrasti anche lei, come già hanno fatto alcuni suoi colleghi (ad es. a Cassinetta di Lugagnano e Camigliano), l'azione edificatoria in aree nuove e orienti, per contro, l'azione della sua Giunta verso opere di riqualificazione e ristrutturazione delle abitazioni esistenti ma disabitate, abbandonate o fatiscenti.

Questo è quanto le chiedono molti sanlazzaresi che, come dice spesso anche Lei, non sono tutti, ma non sono nemmeno pochi, e – soprattutto – sono molto determinati. Ancora non sappiamo come procederà la strada del referendum comunale, ma di certo il nostro percorso non si fermerà lì.

Auspicando quanto sopra, Le auguriamo buon lavoro e le porgiamo i nostri più cordiali saluti,

 

Il Comitato dei promotori dei referendum

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Commento da massimo bertuzzi su 18 Novembre 2011 a 14:06

Siccome il comitato chiedeva delle risposte più precise alle domande il sindaco ha inviato questa comunicazione:

Cari esponenti del Comitato promotore dei referendum, certo che vi rispondo, appena vista la vostra mail. Mi dispiace per il disguido precedente, chiedendomi come possa essere accaduto. In ogni caso ci tengo ad assicurarvi che non è stato assolutamente voluto. Come ho già spiegato, ho ritenuto opportuno attendere la pronuncia del Comitato dei garanti sulle quattro istanze referendarie da voi proposte ed il deposito delle motivazioni, avvenuto lunedì mattina. Il responso a maggioranza, a mio modesto avviso, depone a favore della scelta equilibrata, cioè pluralistica, capace di mettere a confronto opinioni diverse, effettuato, a suo tempo, dal Consiglio comunale, vale a dire dalla maggioranza che, nell'amministrazione comunale di San Lazzaro, ha responsabilità di governo. Proprio quella alla quale, in genere, voi rivolgete le vostre legittime critiche o rimostranze. Poi, guardate, degli orientamenti emersi non si può che prendere correttamente atto. Ad ogni buon conto non c'era alcuna intenzione di mancare di riguardo a qualcuno o di scavalcare l'interlocutore principale di questa corrispondenza, che, evidentemente, siete voi. Semmai mi dispiace un po' per quanti sono nuovamente coinvolti come involontari spettatori. Ma insomma, pazienza, avete impostato le cose in questo modo e, a mia volta, procedo così. Ripeto: se c'è bisogno di approfondire, sono a disposizione, insieme al collega Leonardo Schippa e agli uffici competenti. Non vorrei che ci infilassimo in una diatriba, peraltro già chiarita, almeno da parte di chi, da voi interpellato, aveva titolo per farlo. Qualunque siano le ragioni, formali o sostanziali. Né mi sembrava di aver eluso le risposte. Chi voglia gentilmente leggere la mia lettera, le trova. Adesso, confidando nella vostra ulteriore attenzione, provo a seguire puntualmente le vostre domande.

A chi servono realmente tutte le nuove costruzioni programmate con il POC?

Un Piano è fatto di scelte orientate verso un tempo lungo, di anni e, talvolta, di decenni. Il Piano tuttora in istruttoria configura chiaramente un "per chi": per chi ha bisogno di una casa. Fortunamente anche per chi ne ha bisogno al di fuori del libero mercato. In un dimensionamento, 1000 alloggi circa, proporzionato alla consistenza demografica attuale per un consolidamento della stessa. Come? Prima di tutto con la riqualificazione o con del nuovo attraverso edifici sino alla classe A. Inoltre alla comunità di San Lazzaro servono: una scuola, da realizzare al più presto, auspicabilmente per prima, un teatro (avendo da circa trent'anni il contenuto, ma non il contenitore, com'è a tutti noto; sperando di riuscirci), un nuovo impianto sportivo, spazi per l'associazionismo e i giovani, parchi pubblici pensati come valorizzazione delle aste fluviali, alloggi per la terza età, ripatrimonializzazione di aree. Quindi: circa 1000 alloggi da cui ricavare complessivamente un 25% di edilizia sociale, vale a dire 250 alloggi e dotazioni territoriali per una San Lazzaro più comunità e meno città-dormitorio. 

- Perché non viene chiesto ai sanlazzaresi che cosa vogliono, prima di imporre loro scelte che stravolgeranno irreversibilmente la nostra cittadina?

Conosco bene il valore della democrazia diretta, che, a mio modesto avviso, merita di essere unito, non disgiunto, da quello della democrazia elettivo-rappresentativa. C'è un Consiglio comunale accanto al quale occorre tener conto anche di altre istanze. Abbiamo tanti limiti, che non disconosciamo, figuriamoci, di "fenomeni" ne abbiamo già visti in giro abbastanza; ma, in coscienza, ci abbiamo provato, ci stiamo provando, continueremo a provarci: ad ascoltare, a confrontarci, giovandoci di tutte le opinioni, cercando, poi, di fare una sintesi. Appunto: una sintesi di tutte le opinioni e, quindi, non so

Commento da massimo bertuzzi su 18 Novembre 2011 a 14:03

REFERENDUM POC, IL SINDACO MARCO MACCIANTELLIRISPONDE ALLA LETTERA DEL COMITATO PROMOTORE

Il Comitato dei Garanti, nella seduta di sabato 12 novembre, ha dichiarato inammissibili i quattro quesiti referendari sul Piano Operativo Comunale.
Appresa la notizia, il sindaco Marco Macciantelli ha risposto alla lettera che, nei giorni scorsi, il Comitato promotore per i referendum gli aveva inviato. Questo il testo della risposta:


Cari componenti del Comitato promotore per i referendum,
ho avuto la vostra lettera, diffusa mentre era ancora in corso il lavoro del Comitato dei garanti, e ho ritenuto corretto attendere il responso dello stesso Comitato, a cui, con la vostra istanza, vi siete rivolti, e a cui, ai sensi del regolamento, spettava il compito di dirimere la questione da voi posta, relativamente alla quale la giunta ed io abbiamo assunto, poi coerentemente mantenuto, una posizione di fiduciosa attesa e di rispetto.
La pronuncia espressa conforta la qualità del lavoro impostato dall’Amministrazione comunale tutta - sia dal punto di vista istituzionale, sia dal punto di vista tecnico - e di tale esito desidero ringraziare le personalità, scelte dal Consiglio comunale in virtù delle loro competenze nel campo del diritto amministrativo, dal cui insieme, composito e pluralistico, è emerso l’orientamento conclusivo a cui mi auguro tutti vogliano ora ragionevolmente affidarsi e attenersi.
Mi fa piacere che vogliate abbassare i toni, pensando esclusivamente al bene della collettività. Confido in un confronto pacato pur nella diversità delle opinioni. Peraltro ogni spirito polemico, a questo punto, non so quanto possa risultare motivato.
Sarebbe strano che ci si appellasse ad un organismo per poi disconoscerne le decisioni. In questo senso dico subito che trovo singolare la vostra affermazione al termine della lettera, laddove, mettendo le mani avanti, vi siete espressi così: “Ancora non sappiamo come procederà la strada del referendum comunale, ma di certo il nostro percorso non si fermerà lì”.
Ciascuno è libero di fare quel che crede, ma ciò che si fa dipende dalle consistenza delle motivazioni e della lungimiranza delle finalità. Esprimere un contrasto senza una giustificata ragione non aiuta a fare molta strada.
Dunque adesso posso rispondere alla vostra sollecitazione e lo faccio volentieri cercando di trasmettervi alcune considerazioni sulla serietà dell’impegno sin qui espresso nel campo della pianificazione territoriale, anche al fine di evitare, se possibile, ulteriori fraintendimenti. Spero davvero che confrontandosi si possano superare ostacoli e pregiudizi.
Con una preliminare precisazione. Anche a me l’espressione “città” suscita qualche perplessità. Rischia di essere un po’ presuntuosa o non del tutto appropriata. Personalmente preferisco parlare di comunità, concetto più adeguato alla dimensione di una realtà di 30.000 abitanti circa e più conforme alla nostra idea di governo locale.
Vengo ai vostri interrogativi, provando a rispondere, per quanto so e posso.
La legge che regola la pianificazione nella Regione Emilia-Romagna è del 2000. Da allora sono trascorsi quasi 12 anni. Si parla tanto di una società che corre ed in effetti è così. Anche per questo 12 anni sono un tempo importante, che, nel nostro caso, è servito ad ottemperare ad ogni possibile adempimento.
Quattro anni perché la Provincia, nel marzo del 2004, deliberasse il Piano territoriale di coordinamento provinciale. Cinque anni per l'elaborazione del Piano strutturale comunale il 14 aprile del 2009 e poi del Regolamento urbanistico edilizio, sulla base di uno Schema direttore intercomunale e di una Conferenza di pianificazione insieme ai Comuni dell'Associazione Valle dell'Idice.
Un insieme coordinato di passaggi, procedure, atti deliberativi, che compongono un quadro di relazioni fondato sul principio del controllo incrociato tra gli Enti, e, al

Commento da massimo bertuzzi su 18 Novembre 2011 a 14:01

siccome la risposta del sindaco si faceva attendere è stato inviato un comunicato di sollecitazione

Apprendiamo, da articoli pubblicati sulla stampa locale di ieri (15/11/11), che il Sindaco di S. Lazzaro avrebbe risposto alla nostra lettera, in questi articoli vengono riportati alcuni brani della risposta collegati alla pronuncia, non unanime, del Comitato dei garanti sull’ammissibilità dei referendum (sulla quale ci riserviamo di esprimere il nostro parere prossimamente), siamo poi riusciti a leggere il testo integrale grazie alla segnalazione di un cittadino che l’ha ritrovata sul sito, peraltro un po’ in disarmo, del PD sanlazzarese. Non capiamo perché il Sindaco affidi la sua risposta alla stampa e al web dimenticandosi però di inviarla a chi a formulato le domande, ma ognuno ovviamente è libero di comportarsi come crede.

Sulle risposte, completamente eluse, solo una cronologica sequenza di eventi, dei quali peraltro siamo bene a conoscenza ma si guarda bene di entrare nel merito delle domande che sono le seguenti:

- a chi servono realmente tutte le nuove costruzioni programmate con il POC?

- perché non viene chiesto ai sanlazzaresi che cosa vogliono, prima di imporre loro scelte che stravolgeranno irreversibilmente la nostra cittadina?

- perché non scegliere di riqualificare tutto l'esistente, prima di occupare e distruggere terreno agricolo?

- perché non procedere ad un attento ed approfondito censimento, che verifichi l’esatta consistenza del patrimonio abitativo, al fine di capire a quanto ammontano gli alloggi sfitti, invenduti e non utilizzati prima di decidere di costruirne dei nuovi?

 E quindi le riproponiamo, attendendo fiduciosi la pronta risposta del Sindaco che - certamente - questa volta risponderà con la massima celerità.

 Il Comitato promotore dei referendum


Commento da massimo bertuzzi su 18 Novembre 2011 a 13:37

La lettera del comitato promotore è stata anche riportata sul sito sul sito del movimento

 Stop Al Consumo di Territorio

 

Commento da Anna Carlini su 11 Novembre 2011 a 18:54

Condenso in questa immagine il mio pensiero in materia di responsabilità verso le generazioni future.

Salviamo il paesaggio

Forum Italiano dei Movimenti Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori

Sabato 29 Ottobre abbiamo dato vita formalmente ad un nuovo importante soggetto nazionale: il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e al contemporaneo avvio della nuova campagna nazionale "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori".

Il resoconto della giornata su questo link

mentre su questo link la registrazione filmata degli interventi principali

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