Noi Cittadini

l'altro punto di vista

Con un articolo sul nuovo periodico del PD bolognese "focus democratico", ripreso dal Domani del 15 e da una precisazione del sindaco nel Domani del 18, il sindaco introduce le linee del prossimo bilancio.
Aumenti della tassa rifiuti, e ovviamente ricorso ai fondi di investimento per far fronte alla spesa corrente, preoccupa il termine "ulteriori" messo davanti alla cifra di 200.000 euro, quanto saranno in totale?
Ovviamente la colpa è del governo, ma aumenti e stangate sono arrvati anche con altri governi, siamo sicuri che le colpe siano tutte li?
In allegato, l'articolo di Focus e i due del Domani

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Risparmiare si deve, risparmiare si può

Con un’intervista rilasciata a Focus democratico, il nuovo periodico del PD bolognese, il sindaco Macciantelli ha aperto la discussione sul bilancio, discussione imperniata su un punto fondamentale, l’abolizione dell’ICI sulla prima casa, operazione giudicata grave e insensata (ma non l’aveva proposta anche il PD in campagna elettorale?).
In soldoni la “manovrina” che si accinge a mettere in campo il comune è di reperire circa 600.000 euro (se a qualcuno l’importo suona familiare non è a caso, è la spesa prevista, e definitivamente impegnata, dall’amministrazione per la ristrutturazione del palco del parco 2 agosto)
Le strade indicate per il reperimento fondi sono sostanzialmente tre, ulteriori risparmi, aumento del 5% della TARSU, prelievo dal fondo destinato all’estinzione dei mutui e un trasferimento sulla spesa corrente di ulteriori 200.000 euro dagli introiti da oneri di urbanizzazione.

Come al solito si parla di risparmi e si ricorre al prelievo, ad esempio durante il mandato Macciantelli l’addizionale comunale sull’IRPEF è passata dal 1 al 5,5 per mille, è in pratica sestuplicata in quattro anni.

In quanto ai risparmi, al di là delle dichiarazioni, la spesa corrente del comune è passata dai 25,8 milE del 2004 ai 31,6 del 2007, un aumento di oltre il 22% in tre anni, si dirà la popolazione è aumentata e quindi sono aumentate le spese, vero ma la popolazione è passata dai 30.045 abitanti del 2004 ai 30.448 del 2007 un aumento quindi dell’1,34 nel medesimo periodo, possiamo anche tener conto degli aumenti legai all’inflazione, qualche evento straordinario ma non ci pare proprio che un così forte aumento della spesa corrente sia in alcun modo giustificato e giustificabile.

Quanto alle soluzioni indicate poi facciamo veramente fatica a concordare
TARSU,
Innanzitutto occorre sottolineare che, a S. Lazzaro ancora si applica la tassa e non, come correttamente imporrebbe la legge vigente, la tariffa, fatto questo non di secondaria importanza in quanto l’applicazione della tariffa in sostituzione della tassa permette di raggiungere alcuni importanti obiettivi:

a) Sostenibilità economica, volta a conseguire il concreto equilibrio tra entrate e costi del servizio (secondo il principio della copertura integrale del costo), compresi quelli legati al recupero degli investimenti indispensabili per l’industrializzazione del settore.
b) Sostenibilità ambientale, tesa a perseguire la diffusione di comportamenti virtuosi per una maggiore tutela dell’ambiente. Si realizza mediante la creazione di un collegamento diretto tra esborso dei cittadini e quantità di rifiuti prodotti.
c) Equità contributiva, finalizzata a far sì che si paghi per un servizio nella misura in cui se ne é effettivamente fruito, ed a costi trasparenti.
d) Efficienza allocativa, gestionale e dinamica, finalizzata all’ottimizzazione dell’uso delle risorse e alla fissazione di un limite massimo ai ricavi dei soggetti gestori, con l’ottica di privilegiare lo sviluppo imprenditoriale e migliorare la funzionalità produttiva, garantendo qualità, universalità e continuità delle prestazioni.
e) Semplificazione amministrativa, perseguita attraverso il miglioramento dell’attuale livello di chiarezza e di semplicità dei rapporti con gli utenti, con evidenti vantaggi in termini di rapidità dell’iter burocratico e costi di gestione dello stesso.

Tutto bene quindi, perché allora non si è ancora passato al regime tariffario? Perché, ci viene detto, questo sistema provocherebbe un aggravio dei costi sulla famiglia media, ma questo è vero solo se il ciclo dei rifiuti è mal gestito.
E’ oramai ben evidenziato dai fatti che, dati alla mano una corretta gestione dei rifiuti genera una significativa riduzione dei costi, per corretta gestione intendiamo una efficiente raccolta dei rifiuti che permetta il massimo recupero dei materiali, trasformando così ciò che è attualmente considerato rifiuto, e quindi da smaltire con gli alti costi conseguenti, in materia prima, e quindi materiale da reinmettere sul mercato con un, seppur minimo, recupero economico, E’ quindi necessario un cambio di mentalità si tratta di “materie prime seconde” e non di rifiuti, rifiuto deve essere considerata quella piccolissima parte del materiale irrecuperabile.
Non è un caso che la provincia italiana che ha la maggior percentuale di comuni che hanno istituito la tariffa è la medesima che ha raggiunto la quota maggiore di raccolta differenziata, sono i comuni della provincia di Treviso che con la raccolta porta a porta recuperano quasi l’ottanta percento dei rifiuti.
E qui è necessario aprire una piccola parentesi sulla raccolta porta a porta, anche su questo argomento ci viene spesso raccontato che la raccolta porta a porta, oltre a creare un indubbio maggior disagio alle famiglie, costa molto di più del sistema di raccolta a cassonetti, ma è sufficiente dare un’occhiata ai dati dell’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti per capire che anche questa è una enorme bufala messa in giro dalle aziende che debbono “rifornire” gli inceneritori.
I dati sono questi:
Il costo di gestione della raccolta indifferenziata (Cassonetti stradali) ammonta a 58,92 euro/abitante per anno, ripartito nelle seguenti voci:
- 26,80 euro/abitante per anno (23,2% del costo totale) per la raccolta e trasporto;
- 29,35 euro/abitante per anno (25,4%) per il trattamento e/o smaltimento;
- 2,77 euro/abitante per anno (2,4%) per altri costi direttamente imputabili alla gestione dei rifiuti urbani indifferenziati
Il costo di gestione della raccolta differenziata (porta a porta), invece, ammonta a 18,75 euro/abitante per anno, e ripartito in
14,62 euro/abitante per anno (12,7%) per la raccolta delle singole frazioni di materiali (Crdab) e
4,13 euro/abitante per anno (3,6%) per il trattamento e il riciclo.
Questi valori sono ovviamente conseguiti solo al raggiungimento di una buona percentuale di raccolta differenziata, attorno al settanta percento, ma questo è un obiettivo immediatamente raggiungibile con l'applicazione del servizio porta a porta, tutte le esperienze italiane lo confermano.

Continua.....
massimo bertuzzi said:
Risparmiare si deve, risparmiare si può

Con un’intervista rilasciata a Focus democratico, il nuovo periodico del PD bolognese, il sindaco Macciantelli ha aperto la discussione sul bilancio, discussione imperniata su un punto fondamentale, l’abolizione dell’ICI sulla prima casa, operazione giudicata grave e insensata (ma non l’aveva proposta anche il PD in campagna elettorale?).
In soldoni la “manovrina” che si accinge a mettere in campo il comune è di reperire circa 600.000 euro (se a qualcuno l’importo suona familiare non è a caso, è la spesa prevista, e definitivamente impegnata, dall’amministrazione per la ristrutturazione del palco del parco 2 agosto)
Le strade indicate per il reperimento fondi sono sostanzialmente tre, ulteriori risparmi, aumento del 5% della TARSU, prelievo dal fondo destinato all’estinzione dei mutui e un trasferimento sulla spesa corrente di ulteriori 200.000 euro dagli introiti da oneri di urbanizzazione.

Come al solito si parla di risparmi e si ricorre al prelievo, ad esempio durante il mandato Macciantelli l’addizionale comunale sull’IRPEF è passata dal 1 al 5,5 per mille, è in pratica sestuplicata in quattro anni.

In quanto ai risparmi, al di là delle dichiarazioni, la spesa corrente del comune è passata dai 25,8 milE del 2004 ai 31,6 del 2007, un aumento di oltre il 22% in tre anni, si dirà la popolazione è aumentata e quindi sono aumentate le spese, vero ma la popolazione è passata dai 30.045 abitanti del 2004 ai 30.448 del 2007 un aumento quindi dell’1,34 nel medesimo periodo, possiamo anche tener conto degli aumenti legai all’inflazione, qualche evento straordinario ma non ci pare proprio che un così forte aumento della spesa corrente sia in alcun modo giustificato e giustificabile.

Quanto alle soluzioni indicate poi facciamo veramente fatica a concordare
TARSU,
Innanzitutto occorre sottolineare che, a S. Lazzaro ancora si applica la tassa e non, come correttamente imporrebbe la legge vigente, la tariffa, fatto questo non di secondaria importanza in quanto l’applicazione della tariffa in sostituzione della tassa permette di raggiungere alcuni importanti obiettivi:

a) Sostenibilità economica, volta a conseguire il concreto equilibrio tra entrate e costi del servizio (secondo il principio della copertura integrale del costo), compresi quelli legati al recupero degli investimenti indispensabili per l’industrializzazione del settore.
b) Sostenibilità ambientale, tesa a perseguire la diffusione di comportamenti virtuosi per una maggiore tutela dell’ambiente. Si realizza mediante la creazione di un collegamento diretto tra esborso dei cittadini e quantità di rifiuti prodotti.
c) Equità contributiva, finalizzata a far sì che si paghi per un servizio nella misura in cui se ne é effettivamente fruito, ed a costi trasparenti.
d) Efficienza allocativa, gestionale e dinamica, finalizzata all’ottimizzazione dell’uso delle risorse e alla fissazione di un limite massimo ai ricavi dei soggetti gestori, con l’ottica di privilegiare lo sviluppo imprenditoriale e migliorare la funzionalità produttiva, garantendo qualità, universalità e continuità delle prestazioni.
e) Semplificazione amministrativa, perseguita attraverso il miglioramento dell’attuale livello di chiarezza e di semplicità dei rapporti con gli utenti, con evidenti vantaggi in termini di rapidità dell’iter burocratico e costi di gestione dello stesso.

Tutto bene quindi, perché allora non si è ancora passato al regime tariffario? Perché, ci viene detto, questo sistema provocherebbe un aggravio dei costi sulla famiglia media, ma questo è vero solo se il ciclo dei rifiuti è mal gestito.
E’ oramai ben evidenziato dai fatti che, dati alla mano una corretta gestione dei rifiuti genera una significativa riduzione dei costi, per corretta gestione intendiamo una efficiente raccolta dei rifiuti che permetta il massimo recupero dei materiali, trasformando così ciò che è attualmente considerato rifiuto, e quindi da smaltire con gli alti costi conseguenti, in materia prima, e quindi materiale da reinmettere sul mercato con un, seppur minimo, recupero economico, E’ quindi necessario un cambio di mentalità si tratta di “materie prime seconde” e non di rifiuti, rifiuto deve essere considerata quella piccolissima parte del materiale irrecuperabile.
Non è un caso che la provincia italiana che ha la maggior percentuale di comuni che hanno istituito la tariffa è la medesima che ha raggiunto la quota maggiore di raccolta differenziata, sono i comuni della provincia di Treviso che con la raccolta porta a porta recuperano quasi l’ottanta percento dei rifiuti.
E qui è necessario aprire una piccola parentesi sulla raccolta porta a porta, anche su questo argomento ci viene spesso raccontato che la raccolta porta a porta, oltre a creare un indubbio maggior disagio alle famiglie, costa molto di più del sistema di raccolta a cassonetti, ma è sufficiente dare un’occhiata ai dati dell’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti per capire che anche questa è una enorme bufala messa in giro dalle aziende che debbono “rifornire” gli inceneritori.
I dati sono questi:
Il costo di gestione della raccolta indifferenziata (Cassonetti stradali) ammonta a 58,92 euro/abitante per anno, ripartito nelle seguenti voci:
- 26,80 euro/abitante per anno (23,2% del costo totale) per la raccolta e trasporto;
- 29,35 euro/abitante per anno (25,4%) per il trattamento e/o smaltimento;
- 2,77 euro/abitante per anno (2,4%) per altri costi direttamente imputabili alla gestione dei rifiuti urbani indifferenziati
Il costo di gestione della raccolta differenziata (porta a porta), invece, ammonta a 18,75 euro/abitante per anno, e ripartito in
14,62 euro/abitante per anno (12,7%) per la raccolta delle singole frazioni di materiali (Crdab) e
4,13 euro/abitante per anno (3,6%) per il trattamento e il riciclo.
Questi valori sono ovviamente conseguiti solo al raggiungimento di una buona percentuale di raccolta differenziata, attorno al settanta percento, ma questo è un obiettivo immediatamente raggiungibile con l'applicazione del servizio porta a porta, tutte le esperienze italiane lo confermano.

Continua.....
Senza mettere in conto il sostanziale miglioramento della qualità dell’ambiente:
"Capannori è il primo comune in Italia ad aver aderito alla “strategia rifiuti zero”.
In questi anni Capannori ha dimostrato che l’aumento dei rifiuti non è un dato immodificabile.
Il Comune ed ASCIT (l’azienda locale che si occupa della raccolta dei rifiuti) hanno avviato una riorganizzazione del servizio. Hanno eliminato tutti i cassonetti ed attivato la raccolta domiciliare “porta a porta”, con la consegna a tutte le famiglie degli strumenti per la raccolta differenziata.
A Capannori il “porta a porta” è consolidato per 26 mila dei 45 mila cittadini, con oltre l’80% di differenziazione.
Con la raccolta differenziata dal 2004 al 2007 sono stati avviati a riciclaggio 56.861 tonnellate di rifiuti.
Dall’avvio del “porta a porta” c’è stata una riduzione dei rifiuti indifferenziati di oltre 10.000 tonnellate.
Grazie alla sola raccolta differenziata della carta nel 2007 si è risparmiato l’abbattimento di 100.000 alberi, il consumo di 2.85 milioni di litri di acqua, l’emissione di 9.100 tonnellate di CO2. Per un termine di paragone, 2.85 milioni di litri di acqua risparmiati equivalgono al risparmio idrico del consumo annuo di 31.647 cittadini.
Nel 2007 sono state raccolte 15.723 tonnellate di materiale differenziato. In Provincia di Lucca il costo medio di conferimento dell’indifferenziato è di 160 euro alla tonnellata. Se queste 15.723 tonnellate fossero finite nel circuito dei rifiuti indifferenziati sarebbero stati necessari 2.515.680 di euro per il loro smaltimento.
La spesa di conferimento agli impianti di riciclaggio delle 15.723 tonnellate è stata invece di 507.688 euro. Inoltre, va considerato che la carta è una risorsa. Infatti, dalla vendita delle 6.439 tonnellate di carta raccolta sono stati ricavati 340.010 euro: il risparmio è di 2.348.000 di euro.
Il “porta a porta” necessita di un numero più elevato di operatori. Dall’inizio di questa raccolta ad oggi ci sono state 30 nuove assunzioni.
Con i risparmi ottenuti dal non dover smaltire i rifiuti indifferenziati, oltre a coprire i costi delle nuove assunzioni, il Comune ha riconosciuto una riduzione della tariffa ai cittadini, pari al 20% sulla parte variabile."

Introiti oneri di urbanizzazione:
Trasferire gli oneri di urbanizzazione destinati alle spese per investimento sulla spesa corrente è di per se una “bestemmia” economica, in pratica è come se ognuno di noi vendesse la casa a pezzetti per comprarsi quotidianamente di che mangiare, che poi si usi, come in questo caso, il termine “ulteriori” preoccupa ancora di più.
Si dice ma è il governo che ci taglia i finanziamenti (a copertura del mancato introito ICI in questo frangente) e noi comunque dobbiamo fare fronte alle spese. Già ma delle spese correnti fanno anche parte le varie bollette che il comune deve pagare per i vari impianti e strutture quindi una parte di questi soldi andranno a copertura di queste spese, per quest’anno e per i prossimi? Si ricorrerà nuovamente ai fondi per investimenti o si taglieranno i servizi? E, visto che il territorio edificabile e non è limitato, fino a quando si potrà ricorrere a questi fondi?.
C’è un altro modo ?
Noi pensiamo di si, ad esempio se questi “ulteriori “ 200.000 euro fossero usati in investimenti sul solare (termico e fotovoltaico) non solo si avrebbe un immediato risparmio sulle bollette pari all’importo finanziato, ma si rientrerebbe del capitale in poco più di dieci anni, adirittura, ricorrendo agli speciali finanziamenti erogati dagli istituti di credito e diluendo il piano di rientro del debito l’operazione sarebbe quasi a costo zero.
In più, cosa non di poco conto, si darebbe una buona mano all’ambiente.
Una ulteriore strada da percorrere è quella intrapresa dal comune di Padova :
"Il Comune di Padova, ha adottato un Piano di Efficienza Energetica Comunale. Il Comune è partito da una valutazione dei consumi storici, degli impianti esistenti e delle tecnologie. Obiettivi: la riduzione dei consumi, il contenimento di CO2 in atmosfera, il risparmio economico per la pubblica amministrazione e il raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto.
Il Piano è in fase di attuazione e prevede: la sostituzione di tutti gli apparecchi illuminanti obsoleti e delle relative lampade a bassa efficienza della pubblica illuminazione; la sostituzione delle lampade ad incandescenza degli impianti semaforici con lampade a LED, che consumano l’80% in meno a parità di luce emessa; la sostituzione dei veicoli in dotazione al Comune con mezzi bifuel; la realizzazione di più impianti a metano in città; la realizzazione di un generatore fotovoltaico in un parcheggio scambiatore; l’installazione di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua in diverse scuole e impianti.
Il piano prevede una valutazione dell’efficienza energetica elettrica e termica di 110 edifici di proprietà comunale, 22 tra scuole dell’infanzia e asili nido, 57 scuole dell’obbligo, 16 uffici pubblici e 15 impianti sportivi. Si è deciso di sostituire le lampade ad incandescenza o alogene con quelle fluorescenti; di installare sensori di presenza e interruttori a tempo per il controllo automatico delle luci; di sostituire le caldaie a gasolio con quelle a metano; di migliorare ove possibile la coibentazione degli edifici.
Solo rimanendo al dato relativo alla pubblica illuminazione c’è da rimanere senza parole! Alla fine degli interventi di riqualificazione energetica si otterrà un risparmio di energia elettrica pari a 6.543.000 Kwh all'anno, per oltre 600.000,00 euro di risparmio sulla bolletta del comune, ai cui dati bisogna aggiungere una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 4.318 tonnellate all'anno."
Di strade e modi per risparmiare e contemporaneamente migliorare la qualità della vita ce ne sono quindi ce ne sono sia a livello macro economico sia a livello delle piccole cose, ad esempio i famosi 600.000 euro che mancano dalle casse comunali di cui si parlava all’inizio corrispondono esattamente alla spesa straordinaria prevista per il rifacimento del palco nel parco 2 agosto abbellimento del quale, visto i tempi che corrono, pensiamo se ne possa fare tranquillamente a meno.
Questo è il Link al sito dei comuni virtuosi dove si possono trovare molti spunti interessanti in tema di bilancio, risparmio delle risorse eccetera.
Inoltre allego questo interessantissimo file di un documento prodotto da Marco Boschini sulla "decrescita" felice questo termine a molti può suonare forse un pò forte ma rompe con un modo di pensare che purtroppo si è consolidato ed è di difficile rimozione, in pratica si collega la crescita allo sviluppo ed al miglioramento della qualità della vita, senza però mai pensare che il mondo è "finito" come sono "finite" le risorse e non è fisicamente, anche solo per ragioni di spazio, possibile una crescita costante e continua.
Penso che il problema sia bene introdotto dalle parole di Maurizio Pallante "“La sobrietà non è solo uno stile di vita, ma anche una guida per orientare la ricerca scientifica e le innovazioni tecnologiche a ottenere di più con meno. È la capacità di saper distinguere il più dal meglio, la quantità dalla qualità."
Buona lettura.
Dimenticavo Boschini è un amministratore pubblico del Comune di Colorno che sta mettendo in pratica, con risultati più che soddisfacenti, le sue proposte, ad esempio il bilancio partecipato.
Allegati:
Per chi volesse approfondire Qui si accede al sito del bilancio partecipato del comune di Colorno

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Sabato 29 Ottobre abbiamo dato vita formalmente ad un nuovo importante soggetto nazionale: il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e al contemporaneo avvio della nuova campagna nazionale "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori".

Il resoconto della giornata su questo link

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