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Senza mettere in conto il sostanziale miglioramento della qualità dell’ambiente:Risparmiare si deve, risparmiare si può
Con un’intervista rilasciata a Focus democratico, il nuovo periodico del PD bolognese, il sindaco Macciantelli ha aperto la discussione sul bilancio, discussione imperniata su un punto fondamentale, l’abolizione dell’ICI sulla prima casa, operazione giudicata grave e insensata (ma non l’aveva proposta anche il PD in campagna elettorale?).
In soldoni la “manovrina” che si accinge a mettere in campo il comune è di reperire circa 600.000 euro (se a qualcuno l’importo suona familiare non è a caso, è la spesa prevista, e definitivamente impegnata, dall’amministrazione per la ristrutturazione del palco del parco 2 agosto)
Le strade indicate per il reperimento fondi sono sostanzialmente tre, ulteriori risparmi, aumento del 5% della TARSU, prelievo dal fondo destinato all’estinzione dei mutui e un trasferimento sulla spesa corrente di ulteriori 200.000 euro dagli introiti da oneri di urbanizzazione.
Come al solito si parla di risparmi e si ricorre al prelievo, ad esempio durante il mandato Macciantelli l’addizionale comunale sull’IRPEF è passata dal 1 al 5,5 per mille, è in pratica sestuplicata in quattro anni.
In quanto ai risparmi, al di là delle dichiarazioni, la spesa corrente del comune è passata dai 25,8 milE del 2004 ai 31,6 del 2007, un aumento di oltre il 22% in tre anni, si dirà la popolazione è aumentata e quindi sono aumentate le spese, vero ma la popolazione è passata dai 30.045 abitanti del 2004 ai 30.448 del 2007 un aumento quindi dell’1,34 nel medesimo periodo, possiamo anche tener conto degli aumenti legai all’inflazione, qualche evento straordinario ma non ci pare proprio che un così forte aumento della spesa corrente sia in alcun modo giustificato e giustificabile.
Quanto alle soluzioni indicate poi facciamo veramente fatica a concordare
TARSU,
Innanzitutto occorre sottolineare che, a S. Lazzaro ancora si applica la tassa e non, come correttamente imporrebbe la legge vigente, la tariffa, fatto questo non di secondaria importanza in quanto l’applicazione della tariffa in sostituzione della tassa permette di raggiungere alcuni importanti obiettivi:
a) Sostenibilità economica, volta a conseguire il concreto equilibrio tra entrate e costi del servizio (secondo il principio della copertura integrale del costo), compresi quelli legati al recupero degli investimenti indispensabili per l’industrializzazione del settore.
b) Sostenibilità ambientale, tesa a perseguire la diffusione di comportamenti virtuosi per una maggiore tutela dell’ambiente. Si realizza mediante la creazione di un collegamento diretto tra esborso dei cittadini e quantità di rifiuti prodotti.
c) Equità contributiva, finalizzata a far sì che si paghi per un servizio nella misura in cui se ne é effettivamente fruito, ed a costi trasparenti.
d) Efficienza allocativa, gestionale e dinamica, finalizzata all’ottimizzazione dell’uso delle risorse e alla fissazione di un limite massimo ai ricavi dei soggetti gestori, con l’ottica di privilegiare lo sviluppo imprenditoriale e migliorare la funzionalità produttiva, garantendo qualità, universalità e continuità delle prestazioni.
e) Semplificazione amministrativa, perseguita attraverso il miglioramento dell’attuale livello di chiarezza e di semplicità dei rapporti con gli utenti, con evidenti vantaggi in termini di rapidità dell’iter burocratico e costi di gestione dello stesso.
Tutto bene quindi, perché allora non si è ancora passato al regime tariffario? Perché, ci viene detto, questo sistema provocherebbe un aggravio dei costi sulla famiglia media, ma questo è vero solo se il ciclo dei rifiuti è mal gestito.
E’ oramai ben evidenziato dai fatti che, dati alla mano una corretta gestione dei rifiuti genera una significativa riduzione dei costi, per corretta gestione intendiamo una efficiente raccolta dei rifiuti che permetta il massimo recupero dei materiali, trasformando così ciò che è attualmente considerato rifiuto, e quindi da smaltire con gli alti costi conseguenti, in materia prima, e quindi materiale da reinmettere sul mercato con un, seppur minimo, recupero economico, E’ quindi necessario un cambio di mentalità si tratta di “materie prime seconde” e non di rifiuti, rifiuto deve essere considerata quella piccolissima parte del materiale irrecuperabile.
Non è un caso che la provincia italiana che ha la maggior percentuale di comuni che hanno istituito la tariffa è la medesima che ha raggiunto la quota maggiore di raccolta differenziata, sono i comuni della provincia di Treviso che con la raccolta porta a porta recuperano quasi l’ottanta percento dei rifiuti.
E qui è necessario aprire una piccola parentesi sulla raccolta porta a porta, anche su questo argomento ci viene spesso raccontato che la raccolta porta a porta, oltre a creare un indubbio maggior disagio alle famiglie, costa molto di più del sistema di raccolta a cassonetti, ma è sufficiente dare un’occhiata ai dati dell’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti per capire che anche questa è una enorme bufala messa in giro dalle aziende che debbono “rifornire” gli inceneritori.
I dati sono questi:
Il costo di gestione della raccolta indifferenziata (Cassonetti stradali) ammonta a 58,92 euro/abitante per anno, ripartito nelle seguenti voci:
- 26,80 euro/abitante per anno (23,2% del costo totale) per la raccolta e trasporto;
- 29,35 euro/abitante per anno (25,4%) per il trattamento e/o smaltimento;
- 2,77 euro/abitante per anno (2,4%) per altri costi direttamente imputabili alla gestione dei rifiuti urbani indifferenziati
Il costo di gestione della raccolta differenziata (porta a porta), invece, ammonta a 18,75 euro/abitante per anno, e ripartito in
14,62 euro/abitante per anno (12,7%) per la raccolta delle singole frazioni di materiali (Crdab) e
4,13 euro/abitante per anno (3,6%) per il trattamento e il riciclo.
Questi valori sono ovviamente conseguiti solo al raggiungimento di una buona percentuale di raccolta differenziata, attorno al settanta percento, ma questo è un obiettivo immediatamente raggiungibile con l'applicazione del servizio porta a porta, tutte le esperienze italiane lo confermano.
Continua.....
Forum Italiano dei Movimenti Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori
Sabato 29 Ottobre abbiamo dato vita formalmente ad un nuovo importante soggetto nazionale: il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e al contemporaneo avvio della nuova campagna nazionale "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori".
Il resoconto della giornata su questo link
mentre su questo link la registrazione filmata degli interventi principali
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