Noi Cittadini

l'altro punto di vista

Ed alla fine se lo sono votati il loro bel Piano per un quartiere nuovo di zecca a Idice, una nuova Meridiana sanlazzarese davanti al Don Trombelli con vista sul Parco dei Gessi, che corona alla grande la carriera edilizia di questa Giunta.

Se lo sono varato agli sgoccioli di un mandato amministrativo ampiamente constestato proprio su questo punto, giusto in tempo per intitolarlo alla incrollabile fede del nostro sindaco nei miracoli del mattone e contro la dissennata insistenza di tanti cittadini che ne mettevano in discussione l’impianto per dimensioni, luogo e conseguenze ambientali.

Schiocchezze dai chiari secondi fini elettoralistici, come le ha prontamente liquidate il nostro, il quale, senza mai ripensarci, ha perseguito con caparbietà il compimento della sua missione.

Mentre ovunque ruderi di cantieri arrugginiti danno forma ad una nuova archeologia post immobiliare e pure a Bologna il più grande progetto urbanistico della città, quello al quartiere Navile nell’area dell’ex mercato agroalimentare, sta segnado il passo con liquidazioni di imprese e fughe di acquirenti, da noi, a San Lazzaro, nel 2014, si vara un piano smisurato che prevede la costruzione di un complesso edilizio di ben 580 appartamenti (ridotto in corsa dai previsti 600 ed oltre) con torri di 7-8 piani da far svettare su terreni agricoli ai piedi delle colline. Un delirio oltremisura, specie se rapportato ai dati Ance (Ass. Naz. Costruttori Edili) che ci dicono che dal 2008 nel settore dell’edilizia si sono persi 480.000 posti di lavoro, di cui 31.900 in Emilia -Romagna, con una caduta globale degli investimenti in construzioni al 43%, ai livelli del 1967, compravendite calate del 55% e soltanto gli investimenti di riqualificazione del patrimonio abitativo esistente in crescita.

Una folle corsa oltre il punto di non ritorno, proseguita con ostinazione, nonostante un’epoca fosse passata da quando quel piano fu pensato, con una potente bolla immobiliare nel mezzo ed una crisi pesantissima che cambiava per sempre le fondamenta di una economia spregiudicata che si illudeva di moltiplicare guadagni e valori patrimoniali a bilancio continuando a costruire case e capannoni che non servivano più a nessuno.

Ora in quei bilanci ci sono buchi enormi e le radici di una grave crisi che ha cambiato la nostra vita riducendo gli ambiti immobili a voci incerte in continua svalutazione ed i loro costi in fardelli sempre più pesanti, sia per molti proprietari disperati, che per imprese costruttrici divorate dalla loro stessa voracità.

Ne sa qualcosa UniCredit i cui 13 miliardi di perdite per il 2013 sono per buona parte pertinenti a svalutazioni nel comparto immobiliare o la Coop Costruzioni, che con 400 dipendenti oggi ne ha circa 200 in esubero e bilanci in perdita tenuti in piedi dalle stesse banche.

Tuttavia, come ampiamente previsto, il nostro è andato a scacco: ha atteso la conclusione delle primarie per evitare alla sua candidata l’imbarazzo di commentare una decisione impopolare, quindi, pochi giorni dopo l’esito del 23 febbraio scorso, seppure con un vantaggio risicato sul quel candidato scomodo e coraggioso a nome Mauro Maggiorani, apertamente favorevole ad una revisione del PUA di Idice, ha ripreso in mano la partita, muovendo con decisione la sua torre per sgombrare dal campo gli scomodi pedoni e varare il Piano robusto del Sindaco. Il neo “villaggio Macciantelli” era dunque nato con le ambizioni di una vera e propria addizione urbanistica d’altri tempi che addirittura si propone di unire gli abitati di due frazioni, Idice e Mura S. Carlo, da secoli separate da inutili campagne (“colmatura dei vuoti”, come si dice in gergo archistar)

Tutto questo mentre la candidata sindaco continua una difficile opera di “revirgination” politica, avendo messo al primo punto del programma proprio quello stop alla cementificazione che la sua Giunta ha sbriciolato per tutto il mandato.

Come già altri prima di lei anch’essa sosterrà la propria estraneità a questo Piano, scaricatole addosso dalla Giunta precedente, la sua, che lei, guarda caso, era assente il giorno in cui questa Giunta, sempre la sua, approvava la new town di Idice, decretando l'edificabilità di pregiati terreni agricoli, questi si vergini.

Debole anche l’unico argomento dirimente, cioè che non era più possibile fermare questo Piano a causa di incombenti penali, come dire: ormai eravamo obbligati a farlo.

Ma da domani comincia una partita nuova, quella delle prossime elezioni amministrative, in cui migliaia di cittadini finalmente si esprimeranno sullo stop al consumo di territorio vergine, su come costruire scuole senza cedere terreni agricoli, su come riqualificare Idice senza forzare equilibri abitativi e naturali, come preservare preziose aree di ricarica delle falde che assorbono acque vitali altrimenti destinate a riversarsi a valle. Ma anche sulla proposta di censire le abitazioni in disuso ed i terreni agricoli, su come riqualificare aree già costruite della città, specialmente quelle a nord, zona via Ca' Ricchi, ove residenziale ed artigianale non convivono bene, o come salvare le aree verdi di via Poggi e dintorni.

Come valorizzare l'agricoltura sul nostro territorio, come migliorare viabilitá e mobilità ciclabile, come sostenere lo sport sviluppando sedi già esistenti, come promuovere il commercio indipendente, l’artigianato, la solidarietà sociale attiva.

Come slegarsi dalle clientele dei partiti, ridurre i costi delle consulenze, valorizzare le competenze interne e destinare più risorse allo sviluppo delle scuole, come progettare un nuovo sistema di raccolta e gestione dei rifiuti.

Questi e tanti altri punti che saranno a breve presentati nel programma della Lista Civica Noi Cittadini, il luogo ove le energie di tante donne e uomini di San Lazzaro si ritrovano per guardare oltre gli schieramenti politici e proporsi come  alternativa credibile per il governo della città.

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