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COLATA DI IDICE. SI PARTE PER TORNARE AL PUNTO DI PARTENZA?

Colata di Idice

Si parte per tornare al punto di partenza?

Raffaele Lungarella

Il consiglio comunale di San Lazzaro ha votato la delibera sulla decadenza del piano urbanistico per l’attuazione dell’insediamento nella frazione di Idice per costruire circa 600 nuove abitazioni. È molto probabile che gli operatori economici proprietari dei terreni che si ritengono danneggiati da questa decisione impugneranno la delibera di fronte al Tar. Forse non hanno altra scelta. Anche per riaprire una negoziazione con il comune per ridisegnare l’insediamento.

Nella delibera si sono due punti importanti per il futuro della cosiddetta colata, il 4 e il 5 del dispositivo.

Con il primo si conferma che le aree interessate “conservano il valore e l’efficacia del Psc”, cioè restano aree edificabili, e che su di esse di potrà “procedere ad una ri-pianificazione operativa/attuativa”, cioè su quelle aree si potrà fare un nuovo piano operativo comunale e realizzare un nuovo insediamento.

Con il punto 5 il comune prende atto della “disponibilità espressa da alcuni soggetti attuatori di addivenire a nuovi accordi” e si riserva “di esprimere la propria disponibilità alla valutazione nuove proposte”

La disponibilità alla quale si fa riferimento in questo punto è quella espressa dalle due imprese di costruzioni (non cooperative) facenti parte del consorzio che doveva realizzare l’intervento. Esse hanno proposto al comune il “raggiungimento di nuovi accordi” con “l’adozione di ogni necessario provvedimento, ivi compresa una variante agli strumenti urbanistici vigenti che:

- salvaguardi l’entità delle superfici edificabili dei soggetti attuatori adempienti assegnati dal POC e dal PUA approvati;

- modifichi le loro quantità insediabili nel comparto in oggetto;

- preveda la delocalizzazione della differenza delle superfici edificabili non insediabili in loco, in zone di riqualificazione da individuarsi da parte dei soggetti attuatori proponenti, secondo tempi e modalità da concordare con codesta Amministrazione;

- riproporzioni conseguentemente le opere di interesse pubblico poste a carico dei soggetti attuatori.”

Nella delibera si cita quasi come una conquista dell’amministrazione comunale il fatto che le due imprese “hanno al contempo espresso la loro volontà di proseguire nelle iniziative intraprese”.

Ma c’è qualcuno che pensa che anche una sola delle cooperative ora in contrasto con il comune non sarebbe d’accordo con le proposte avanzate dalle due imprese e che sembrano essere viste di buon occhio dall’amministrazione?

Certo, la colata sarebbe, nell’immediato, un po’ più piccola, con conseguente ridimensionamento delle opere di interesse pubblico; ma, poiché le previsioni del Psc su quelle aree non vengono modificate, ci sarebbe tempo per recuperare. In ogni caso i metri quadrati in meno costruiti su quelle aree verrebbero trasferiti su altre. Ma non era quello che volevano anche le cooperative?

Dopo un lungo gioco dell’oca si tornerebbe al punto di partenza.

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