Partiamo dall'inizio:
"Il rapporto di fiducia tra gli organi d'informazione e i cittadini è la base del lavoro di ogni giornalista. Per promuovere e rendere più saldo tale rapporto i giornalisti italiani sottoscrivono la seguente Carta dei doveri."
Proviamo quindi a verificare se e come il Resto del Carlino di Bologna vi si sia attenuto relativamente a questo specifico argomento di Idice.
"Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all'informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile.
Il giornalista ricerca e diffonde le notizie di pubblico interesse nonostante gli ostacoli che possono essere frapposti al suo lavoro e compie ogni sforzo per garantire al cittadino la conoscenza ed il controllo degli atti pubblici."
Riferendoci ovviamente solo al caso specifico della "seconda assemblea di Idice", soffermiamoci per un attimo sul principio del "ricercare e diffondere ogni notizia con la maggior accuratezza possibile". In
questo articolo di certo non è stata ricercata ogni possibile notizia attinente, benché ciò non sarebbe stato particolarmente oneroso visto che almeno
un sito di informazione l'ha pubblicata e sul sito della lista civica Noi Cittadini ne è stata data adeguata rilevanza. Inoltre, sull'argomento sono stati caricati anche diversi
video su canali youtube, sono stati emessi dei comunicati e si sono accesi dibattiti su Facebook.
"Il giornalista corregge tempestivamente e accuratamente i suoi errori o le inesattezze, in conformità con il dovere di rettifica nei modi stabiliti dalla legge, e favorisce la possibilità di replica."
E ancora:
"Il giornalista non deve omettere fatti o dettagli essenziali alla completa ricostruzione dell'avvenimento. I titoli, i sommari, le fotografie e le didascalie non devono travisare, né forzare il contenuto degli articoli o delle notizie."
Qui siamo alla "completa ricostruzione dell'avvenimento" perché ci pare proprio che nulla di ciò che è riportato nell'articolo del giornale del 30 giugno sia più lontano da quanto è successo durante la seconda assemblea.
Passiamo alla frase "non devono travisare". Come abbiamo riportato nel post di ieri (e inviato alla redazione della testata), sommario e articolo portano a pensare che ci sia qualcuno contrario alla riqualificazione, ma ciò non corrisponde al vero, o quanto meno non al pensiero della maggioranza di persone che compone il movimento che contesta la scelta degli interventi previsti dal PUA di Idice. I
problemi sono altri, legati all'eccessiva cementificazione e soprattutto al consumo di suolo. Manca poi ancora la "ricerca" di ogni notizia.
"Il giornalista deve sempre verificare le informazioni ottenute dalle sue fonti, per accertarne l'attendibilità e per controllare l'origine di quanto viene diffuso all'opinione pubblica, salvaguardando sempre la verità sostanziale dei fatti."
Che dire sulla verifica delle informazioni? Su questi argomenti, il Carlino sembra proprio riferirsi a una sola fonte di informazioni, ovvero il sindaco di S. Lazzaro (e a volte qualche altro esponente del PD locale), dimenticandosi che in questo comune esiste un'opposizione, variamente composta, ed un movimento politico, la lista civica Noi Cittadini, che sul tema ha promosso
manifestazioni,
fiaccolate,
referendum,
proposte di delibera. Tale lista è rappresentata in Consiglio dal sottoscritto che, sull'argomento "assemblea Idice", non è mai stato interpellato da alcun giornalista del Carlino.
Concludiamo ricordando che questo giornale non è nuovo a questo genere di comportamenti (l'argomento è sempre l'urbanistica); la medesima cosa è infatti avvenuta in occasione delle dimissioni dell'assessore Schippa, mentre era più di un anno che si dibatteva pubblicamente sull'opportunità o meno che nel nostro Comune l'assessore all'urbanistica fosse retribuito anche dalla cooperativa edile CESI (che proprio a Idice ha visto riconosciuti cospicui indici edificatori sui propri terreni). All'atto delle dimissioni, il giornale
pubblicava un articolo dove le dimissioni venivano giustificate con i soliti "motivi personali", ignorando però il suddetto dibattito. Ma quel che colpì maggiormente fu un "catenaccio", nel quale si riportavano le seguenti parole del sindaco: "qualcuno potrà fare congetture, inutile rispondere". E visto che il sindaco si rifiutava di rispondere, si è evidentemente pensato che le domande non valeva nemmeno la pena di porle...
Questa nota è stata inviata alla redazione del Resto del Carlino, al Direttore, ai Vicedirettori, all'ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna, ed al suo Presidente Gerardo Bombonato
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