AGGIORNAMENTI DAI CONSIGLI COMUNALI
LA COLATA è TRAMONTATA
Estratto dalle dichiarazioni dei consiglieri di NOI Cittadini durante il Consiglio del 12 febbraio 2015
Oggi è un’occasione speciale: speciale perché noi consiglieri comunali, oltre a svolgere il nostro lavoro, stiamo affrontando una questione nodale, una questione che racchiude in sé lo svolgimento, la realizzazione e il compimento di un conflitto che si va a ricomporre dopo tanti anni.
Oggi è un’occasione speciale perché, per la prima volta, in questo Comune si attua un’operazione storica: si torna indietro, si torna indietro su una decisione già presa, si va contro un principio di coerenza, valutato più del dovuto, che imponeva di realizzare dei progetti anche quando questi non vanno bene.
Questa proposta di delibera è una scelta politica importante, scelta sincrona con il momento che stiamo vivendo, che ci permette di dire no a qualche cosa che avevamo già deciso precedentemente, la coerenza in questo caso è un problema: dobbiamo scegliere ancora oggi cose che avevamo scelto 10 anni fa.
Oggi noi andiamo a rompere un progetto, a disfare un progetto, che non aveva più ragione di esistere, probabilmente non c’è l’aveva neanche 10 anni fa e noi lo abbiamo sempre sostenuto, in ogni caso è troppo importante il percorso che è stato fatto e che segna una svolta fondamentale rispetto al modo di procedere e di fare politica in questo comune.
Da adesso in poi le cose non saranno più le stesse poiché ci è resi conto che senza la volontà dei cittadini e senza la partecipazione alle scelte importanti che vanno a condizionare la pianificazione del territorio, non sarà più possibile fare politica: adesso possiamo fare la politica recuperando la partecipazione popolare.
I cittadini dovranno essere sentiti per la pianificazione: bisognerà tener conto di loro e ne trarremo tutti beneficio. La nostra popolazione è consapevole, si è resa conto, ha partecipato attivamente, questo è un patrimonio enorme, la politica riparte da qua.
Ora se noi vogliamo pianificare e sostenere la nostra città, dobbiamo farlo attraverso la stessa popolazione e con la progettazione partecipata: queste sono le cose che si devono muovere, dobbiamo sentire qual è il cuore della gente sulle cose. Un consiglio comunale, che ha solo 5 anni di orizzonte temporale, non può prendere decisioni che possono avere 50/100 anni di ricaduta sul territorio.
La delega non è più sufficiente.
Le lotte, le contrapposizioni, le discussioni e la dialettica sono il cuore pulsante del senso di appartenenza che noi abbiamo sempre sentito vacante a San Lazzaro. Questa è la nostra storia e questo è il momento più alto della polita locale sanlazzarese. È estremamente importante essere qui in questo momento.
Qui si fa il punto zero per ricominciare, lo stiamo creando insieme partendo da un cambiamento sia su come è stata fatta sin ora la pianificazione sia su come si è sempre mossa la politica.
La nostra proposta è sempre stata questa: aprire alla partecipazione dei cittadini e quindi ripartiamo da qui, ripartiamo dal piano, cominciamo a pianificare a partire dai bisogni, bisogni veri, che non devono essere creati, devono solo essere verificati: quali sono e come si affrontano.
La pianificazione, attraverso l’urbanistica, deve qualificare la città. La nostra città non deve crescere: si deve sviluppare nella qualità e non nella quantità.
Una comunità solidale, una famiglia allargata sono risorse per affrontare le attuali difficoltà economiche, che non andranno a scemare nei prossimi anni.
Oggi a San Lazzaro ha vinto la politica e ha perso il modello di sviluppo che aveva perso già 10 anni fa. Un modello basato sul consumo di suolo per avere le risorse per erogare i servizi non funziona più, e non funzionava neanche prima. Noi dobbiamo trovare nuovi sistemi per garantire i servizi senza svendere il nostro territorio.
A. Piras - M. Bertuzzi - L. Melega
Consiglieri
Il nostro "NO" alla mozione di FI per una commissione d'inchiesta
Chiedere di approfondire e verificare non solo è un diritto ma è un dovere dei consiglieri: approfondire e verificare poi su come si è giunti a queste scellerate scelte urbanistiche è ancora più importante.
Detto ciò la mozione presentata da Forza Italia al Consiglio del 29/01 era per noi solo strumentale e soprattutto dettata dalla necessità di prendere visibilità da parte di un partito che sulle questioni urbanistiche si è sempre ben guardato da prendere posizioni decise. Non credo sia necessario evidenziare la loro totale assenza alle tante manifestazioni promosse dalla nostra lista civica. Doveroso invece rimarcare la loro totale assenza nel dibattito delle commissioni così come risulta zero il numero delle osservazioni presentate da FI in fase di adozione dei piani.
Venendo alla mozione, nelle premesse si afferma ad esempio che l’avvio del procedimento di decadenza ha “dato luogo a diversi accadimenti” che sono potenzialmente illegittimi e sono sotto indagine: le presunte minacce e le pressioni. Su questo punto indaga la procura e non vediamo come una commissione possa approfondire meglio visto che qui si tratta di poter accedere a conversazioni, messaggi ecc. avvenuti tra i “minacciati” e i “minaccianti”: è competente soltanto l’autorità giudiziaria.
Chiedere una commissione che lavori su quindici anni di urbanistica significa lavorare per almeno due anni su documenti che non solo sono già a disposizione dei consiglieri ma sono pubblici, tutti cioè possono accedervi. Basta chiedere a tutti coloro che nel corso del tempo hanno voluto approfondire gli argomenti, si fa richiesta di copia e l’amministrazione è obbligata a consegnarla (dietro pagamento per i normali cittadini, a gratis per i consiglieri).
Diversa cosa sarebbe chiedere di lavorare su un argomento specifico: abusi edilizi? Processo di formazione del POC? Bene, anche se come già detto potevano svegliarsi prima, visto che nel caso specifico di problemi ce ne sono stati e NOI non mancammo di segnalarli in commissione in consiglio e alle magistrature (ordinaria e contabile) devono anche spiegare come mai FI non è mai in nessun modo intervenuta.
Per queste ragioni abbiamo ritenuto la mozione solo strumentale e invotabile.
Massimo Bertuzzi – Consigliere
La situazione della scuola Don Trombelli
Da ormai 30 anni Comune di San Lazzaro e Suore Domenicane dell’Istituto Don Trombelli operano in sinergia fornendo un servizio apprezzato dai più: la scuola Primaria di Idice. È una scuola pubblica, quindi le insegnanti e il personale ATA (bidelle/i) sono dipendenti statali, ma è ospitata presso una struttura privata sulla base di un contratto di locazione tra Comune e Istituto Don Trombelli e nella quale i servizi di pre- e post- scuola e la mensa sono erogati dall’Istituto Don Trombelli attraverso sia il lavoro delle suore sia quello di alcune operatrici laiche assunte a tempo indeterminato dall’Ente religioso.
La scelta politica della Giunta precedente prevedeva la costruzione di un quartiere (la famosa “Colata”), proprio nei terreni situati di fronte all’ingresso del Don Trombelli, comprensivo di un nuovo edificio scolastico. Il Comune aveva già comunicato alle suore che non avrebbe più rinnovato il contratto d’affitto in quanto avrebbe spostato le classi all’interno della nuova scuola, che sarebbe stata pronta per l’avvio dell’anno scolastico 2015-16.
Poi questo scenario mutò: i soggetti attuatori del nuovo quartiere, nella primavera 2014, comunicarono che non erano in grado di ottemperare a impegni contratti con il Comune:
1) presentazione delle fidejussioni a garanzia delle opere di interesse pubblico;
2) consegna dell’edificio scolastico pronto entro settembre 2015.
Di conseguenza la nuova Giunta ha comunicato al Don Trombelli che, a causa della mancata edificazione della nuova scuola, si rendeva disponibile a rinnovare il contratto di locazione.
Le due parti (Comune e Ente religioso) si stanno confrontando in queste settimane per trovare un accordo, su modi, tempi, canone, finalizzato sia a conservare il posto di lavoro delle educatrici e delle addette alla cucina attualmente dipendenti dell’Istituto Don Trombelli sia a mantenere i servizi di qualità finora prestati alle famiglie.
Luca Melega – Consigliere
Qualche riflessione sull'urbanistica
La vicenda del Don Trombelli non è altro che l’ennesimo frutto avvelenato lasciato dalla dissennata urbanistica dell’amministrazione Macciantelli: tagliare i ponti alle spalle per lasciare l’amministrazione entrante davanti a scelte obbligate.
Da una comunicazione inviata a tutti i genitori dalla Priora provinciale, risulta che il buon caro Macciantelli non solo non ha previsto la possibilità di un rinnovo contrattuale ma si è spinto oltre prendendo accordi finalizzati alla concessione di cambio d’uso della struttura.
Un’amministrazione in scadenza si è quindi arrogata il diritto di fare promesse a nome di chi l’avrebbe sostituita.
Identica cosa si è verificata con il proprietario di un terreno edificabile in Via Croce dell’Idice al quale l’amministrazione “scadente” ha fatto promesse a nome della nuova e futura amministrazione, assicurando che si sarebbe fatta carico di modificare il POC al fine di spostare i diritti edificatori da Croce dell’Idice ai terreni interessati alla Colata (come se le abitazioni già previste fossero poche), promessa addirittura non solo verbale ma sottoscritta nero su bianco.
Ovviamente l’interessato si è sentito in diritto (pretesa più che comprensibile) di scrivere al Consiglio comunale richiedendo di ottemperare agli impegni presi e di prevedere comunque un luogo dove poter costruire, pena una richiesta di risarcimento danni.
Questo modo di agire da parte dell’amministrazione uscente è ancora più grave del precedente poiché se da una parte i contratti d’affitto delle scuole sono materia della Giunta, la variante al POC è materia strettamente riservata al Consiglio: una Giunta in scadenza si è arrogata il diritto di prendere impegni per un Consiglio entrante… una forzatura inaccettabile
Ciliegina sulla torta, da parte dell’amministrazione scadente, sono le sei autorizzazioni per l’apertura di nuove stazioni di servizio, di cui una è quella che sta sorgendo in via Palazzetti. Un numero inconcepibile, visto l’attuale trend dei consumi e del traffico, e di notevole impatto considerato che i nuovi impianti non sono certo quelli composti da una pensilina e due o tre pompe ma enormi spianate asfaltate con impianti di distribuzione policombustibile, bar e servizi e magari anche un lavaggio.
Non dimentichiamo infine l’affaire Eternedile, con un accordo sottoscritto forzando stravolgendo il piano regolatore.
Sicuramente nell’elenco mancano tutti quegli impegni presi dei quali non siamo a conoscenza, ma che siamo convinti a breve riaffioreranno. Noi cercheremo sempre di contribuire alla mitigazione o all’annullamento, per quanto possibile, certi del contributo e dell’appoggio dei nostri concittadini.
Se loro hanno tagliato i ponti noi siamo pronti a ricostruirli.
Massimo Bertuzzi – Consigliere
Probabile chiusura dell’INPS di S. Lazzaro
Alcuni cittadini utenti dell’agenzia Inps di San Lazzaro, ci hanno segnalato che l’agenzia è a rischio chiusura a causa della risoluzione del contratto d’affitto. Questo fatto rappresenterebbe sicuramente un danno per la comunità sanlazzarese.
L’età media della popolazione locale è piuttosto elevata e molti nostri concittadini, non avvezzi a usufruire dei servizi online dell’INPS, hanno bisogno dell’assistenza assicurata loro dagli sportelli dell’agenzia di Via Torreggiani. Inoltre, nel tempo, a San Lazzaro si sono insediati numerosi patronati e un Centro per l’Impiego (CIP) della Città Metropolitana, di conseguenza l’attuale Agenzia sanlazzarese attira ed eroga i propri servizi ad un ampio bacino d’utenza comprendente la porzione est dell’agglomerato urbano bolognese oltre ai territori dei comuni sia della seconda cintura (Castenaso e Ozzano) sia delle valli Savena, Zena e Idice (Monterenzio, Pianoro, Loiano, Monghidoro); accedono mediamente ogni giorno all’Agenzia circa un centinaio di utenti. Tale sistema (Agenzia INPS, patronati, CIP) rappresenta quindi anche un importante volano economico per il commercio sanlazzarese.
Come Gruppo Consigliare di Noi Cittadini, abbiamo quindi presentato un’interrogazione alla Giunta per sapere se fosse a conoscenza di tale situazione, se fosse stata contatta dalla competente direzione INPS e se intendesse cercare di evitare la chiusura definitiva dell’Agenzia e la conseguente delocalizzazione dei servizi.
La risposta della Giunta (se ne trova la registrazione sul sito del Comune nei lavori del Consiglio Comunale del 12/2/2015), in estrema sintesi, è stata che l’Amministrazione Comunale è da tempo al corrente del problema e ha offerto all’INPS alcuni spazi situati in posizione centrale e di dimensioni idonee (260 m2 metri quadrati congrui con gli spazi necessari ai 10 operatori) ma l’INPS ha rifiutato non volendo accollarsi i lavori di sistemazione.
Tali lavori non risultano essere particolarmente impegnativi ma pare che il Comune di Ozzano abbia offerto uno spazio totalmente gratuito di conseguenza l'agenzia INPS con molta probabilità sposterà la filiale da San Lazzaro a Ozzano. Vi terremo aggiornati.
Luca Melega – Consigliere
Cena di autofinanziamento
La lista LIBERI CITTADINI ha organizzato per sabato 21 marzo ore 20.30 a Budrio (Viale 1 maggio c/o Ca' di metusco) una cena di autofinanziamento al prezzo di 15 € ciascuno.
Giornata della memoria e dell'impegno
“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.”
Paolo Borsellino
“La verità illumina la giustizia” è lo slogan scelto per la XX Giornata delle memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che quest’anno si svolgerà a Bologna il 21 marzo 2015 organizzata da LIBERA e da AVVISO PUBBLICO.
La lista civica di San Lazzaro di Savena NOI CITTADINI, che si è sempre battuta per la trasparenza, la legalità e contro le infiltrazioni mafiose nel nostro territorio, aderisce a questo evento poiché per noi è fondamentale l’impegno attivo di tutti i cittadini per riuscire a sconfiggere corruzione e malaffare, piaghe che investono realtà anche vicine a noi.
Vigilare e non abbassare mai la guardia lo sosteniamo da tempo, poiché anche in regioni come la nostra, i fatti recenti ne sono testimonianza, sono sempre più soggette ad infiltrazioni della criminalità organizzata.
Riteniamo di avere sviluppato, grazie anche al nostro impegno morale, gli anticorpi per poter sconfiggere la mentalità mafiosa, identificabile non solo con omicidi e pizzo ma anche con infiltrazioni, corruzione e favori che inquinano non solo i privati ma anche le istituzioni pubbliche.
Quest’anno oltre alle vittime di mafia vengono ricordate le vittime di altre stragi, troppo spesso volutamente “dimenticate”, come Ustica e Bologna, tutte accumunate da una richiesta di verità e giustizia che, poiché spesso negata, uccide una seconda volta.
Riteniamo la partecipazione ad una giornata come questa necessaria e soprattutto fondamentale per dare continuità, ogni giorno, al nostro impegno civile, sociale e politico e per ribadire il concetto che solo la verità può consentire a tante vittime innocenti di ottenere finalmente giustizia.
Siamo e siete tutti invitati a partecipare.
Marco Leoni
Riflessioni sul Passante Nord
A detta di chiunque si intenda minimamente di traffico parliamo di un’opera perfettamente inutile, in quanto non risolve il problema del nodo bolognese. Un’opera che all’interno stesso della Regione Emilia-Romagna non dovrebbe e non potrebbe essere ammessa. Infatti nel programma elettorale pubblicato sul sito del candidato presidente, che poi è risultato vincitore alle ultime elezioni del 23 novembre, si legge:
“La tutela ambientale passa attraverso una decisa politica di riduzione del consumo di suolo (consumo di suolo zero)”
Nel successivo programma di mandato della Giunta, presentato il 26 gennaio 2015, si legge a pagina 45: “Consentire uno sviluppo strategico e armonizzato con altri settori con particolare riferimento alle iniziative in materia di attrattività degli investimenti e riduzione del consumo di suolo attraverso la reindustrializzazione di siti dismessi e da bonificare” e ancora a pagina 74: “Un atto legislativo che abbia come obiettivo il consumo di suolo a saldo zero”...
Cosa è successo a queste parole?
Se analizziamo quest’opera più approfonditamente nei temi che ci sono più cari, scopriamo come questa possa essere lontanissima dall’interesse pubblico, lente attraverso la quale il “buon amministratore pubblico” dovrebbe sempre guardare prima di portare avanti certe scelte:
- oltre 700 ettari di terreno agricolo distrutto per sempre, pari alla chiusura di 50 aziende agricole;
- spesa di almeno 1.280 milioni di euro, una cifra folle che non comprende tutti i danni collaterali e conseguenti la realizzazione dell’opera stessa;
- almeno 10 anni di tempo per vedere ultimata l’opera, periodo in cui si aggraveranno ulteriormente le condizioni del traffico in tutto il comprensorio dove sono previsti i lavori, con ulteriore impatto inquinante non preventivato;
- 40 km di tragitto che attraversa 12 comuni nel mezzo della pianura padana; una follia dal punto di vista strategico per il traffico, poiché costringe a un percorso più lungo di circa 30 km per oltrepassare il nodo bolognese. Con molta probabilità gli automobilisti cercheranno quindi di transitare dalla tangenziale, con un aumento dei problemi di viabilità e di inquinamento locale;
- uscite della tangenziale non vengono modificate in seguito alla realizzazione del Passante Nord e raccoglieranno un volume di traffico triplicato rispetto ad oggi;
Il progetto del Passante Nord è quindi anacronistico, nato da studi e previsioni sul traffico che degli anni '90 e che oggi nulla hanno più di concreto e attuale: la progressiva riduzione del traffico su gomma, causata anche dalla crisi economica - tutt’altro che in esaurimento e anzi lungi dall’essere risolta - dovrebbe essere un ulteriore sprone per dire no definitivamente a quest’opera, anche per le tempistiche di realizzazione, che vedrebbero il suo completamento nel momento in cui i problemi, molto probabilmente, saranno ben altri.
Vi invitiamo a leggere l’appello ai sindaci sul sito di LEGAMBIENTE Emilia Romagna, dove è anche possibile firmare la petizione (www.legambiente.emiliaromagna.it).
IL CONFRONTO TRA LE DUE IPOTESI
Lorenzo Bolognini (Salviamo il Paesaggio)
Salviamo gli alberi di Ca' dei Boschi
“Approvare un piano cave di dieci anni che prevede l’abbattimento di 16.000 alberi, della grandezza di trenta campi di calcio in una zona ad alto rischio idrogeologico senza neanche discuterne con i cittadini, è un comportamento miope ed arrogante allo stesso tempo da parte dell’Amministrazione loianese”: così si esprimono le Associazioni ed i Cittadini in merito al nuovo Piano attività Estrattive.
Un ‘piano imponente’ come asserito dallo stesso geologo che lo ha redatto e presentato durante il Consiglio Comunale del 18 dicembre2014. La mancanza di condivisione è anche il punto sostanziale su cui si sono espressi il CAST (Comitato Appennino Salute Territorio) e LEGAMBIENTE durante un affollato incontro pubblico che si è tenuto il 21 gennaio a Loiano.
A questo si aggiungono i rischi legati al mancato assorbimento di Co2 che provocherà l’abbattimento di nove ettari di bosco e l’inquinamento dato dai mezzi che serviranno a trasportare i 2mln di metri cubi di inerti da estrarre.
I Cittadini ed Associazioni hanno deciso comunque di mobilitarsi con azioni che andranno da Osservazioni, Incontri pubblici, Raccolte firme ecc. per scongiurare questo scempio ambientale, inutile e dannoso per la nostra bellissima montagna.
Comitato Salviamo gli alberi di Cà dei Boschi
CAST Comitato Appennino Salute Territorio
LEGAMBIENTE CircoloSettaSamoggiaReno
Forum Italiano dei Movimenti Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori
Sabato 29 Ottobre abbiamo dato vita formalmente ad un nuovo importante soggetto nazionale: il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e al contemporaneo avvio della nuova campagna nazionale "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori".
Il resoconto della giornata su questo link
mentre su questo link la registrazione filmata degli interventi principali
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